A partire dal 1992 l’uso di amianto è stato vietato in Italia in ogni ambito e in particolare nell’edilizia. Tuttavia, sono ancora presenti sul territorio migliaia di manufatti che lo contengono, soprattutto nella forma di coperture di Eternit. Il problema è molto sentito in particolare nei capannoni industriali. Questo rappresenta un rischio per gli addetti che vi lavorano. Anni di studi hanno evidenziato l’elevato effetto cancerogeno delle fibre di amianto. Nel caso vengano inalate, le fibre di amianto possono causare lo sviluppo di una forma tumorale maligna nota come mesotelioma. I datori di lavoro sono, per legge responsabili della salute e della sicurezza dei lavoratori e, quindi, sono i primi responsabili della gestione e dello smaltimento dell’amianto presente nelle loro aziende.
Indice
ToggleLa ricerca dell’amianto
La criticità maggiore relativa allo smaltimento dell’amianto è il fatto che in molti casi non è nota la sua presenza. L’ignoranza sulla presenza dell’amianto non esula però il responsabile della sicurezza sul lavoro dell’azienda dalle sue responsabilità. Bisogna ribadire infatti che anche una sola fibra inalata può essere potenzialmente fatale. I capannoni commerciali ed industriali realizzati prima del 1992 sono, in particolare, soggetti al rischio più alto di contaminazione da amianto. Sono consigliabili attente verifiche sulla presenza di elementi in amianto e sul loro stato di conservazione e, se necessario, bisogna attivare nel più breve tempo possibile le procedure di smaltimento. Di per sé una struttura contenente amianto non è pericolosa, ma lo diventa quando può disperdere le sue fibre nell’ambiente per effetto di sollecitazioni meccaniche o lesioni del rivestimento esterno indotte dall’effetto combinato del sole e degli eventi atmosferici. allo stress termico o agli agenti atmosferici. Maggiore è lo stato di deterioramento delle strutture, maggiore è il pericolo per la salute degli operatori che vi lavorano.
Le attività di verifica e bonifica
Una volta accertata la presenza di amianto in un’azienda, va misurato il grado di pericolosità ambientale che è strettamente correlato allo stato di usura delle strutture contenenti la sostanza. Tale misurazione quantifica la quantità di fibre disperse nell’aria eventualmente presenti. È obbligatorio procedere alla bonifica se la concentrazione misurata di fibre nell’aria supera i limiti di legge. La bonifica deve essere svolta da ditte specializzate nella rimozione e nello smaltimento del materiale. Tuttavia, si può procedere, in alcuni casi, anche all’incapsulamento o al confinamento del materiale con sostanze che impediscono la disgregazione di fibre.
In particolare, per le attività di bonifica amianto a Modena la ditta Canovi Coperture è dal 1992 in prima linea nel campo delle problematiche connesse ai servizi di bonifica, rimozione e di smaltimento dell’amianto dai manti di fabbricati civili e industriali.
Gli incentivi disponibili
In Italia sono disponibili due principali forme di incentivazione per le attività di bonifica dell’amianto. Il primo contributo consiste nel bando annuale Isi Inail. Il contributo a disposizione dei beneficiari è pari al 65% della spesa sostenuta con un massimo di 130 mila euro. La seconda modalità di incentivazione è di natura fiscale e consiste nella possibilità di accedere a detrazioni fiscali pari al 65% per gli interventi di riqualificazione energetica.